Luigi D'Amato

Il Catalogo delle sue opere in vendita
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Luigi D'Amato | Pittore | Provincia di Torino
D’Amato può essere definito come un maestro dell’arte a tutto tondo, il quale, seppur prediligendo l’olio e l’acrilico come strumenti della sua più completa comunicazione, non manca di intervenire con caleidoscopiche digressioni nel campo delle installazioni, della manipolazione del gesso, dell’utilizzo della spatola o dell’acquerello. (Enzo Nasillo)Biografia
Cenni Biografici
Luigi D’Amato è nato a Pontecagnano (SA) nel 1947. All’età di dieci anni si trasferisce con la famiglia a Paestum e a sedici va a lavorare in Svizzera. Dopo il servizio militare torna a lavorare a Paestum come decoratore.
Dal 1969 vive a Grugliasco (TO), dove nello stesso anno conosce il maestro Mario Crespi. Ne frequenta lo studio per cinque anni, per poi raffinare il proprio stile seguendo gli insegnamenti di Guido Bertello alla fine degli anni Settanta.
Nel 1989 ha fondato l’associazione culturale “D’Amato” che ha visto coinvolti 250 pittori fino al 1997, impegnandosi anche nei campi della musica, della poesia, oltre che della pittura. Attualmente dirige una scuola d’arte ad Agropoli (SA), dove si reca ogni estate per dedicarsi ad insegnare agli allievi che lo attendono con piacere e impazienza.
Dal 2008 fa parte del gruppo SolidarietArte, all’interno dell’Associazione Gru Club AdB, impegnata a promuovere la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, anche con mostre di pittura e manifestazioni culturali.
Numerosi sono i suoi lavori allocati presso enti, sedi istituzionali, collezioni pubbliche e private.
Testimonianze critiche sulla sua arte
D’Amato è artista e maestro di pittura di lunga esperienza e riconosciuto valore. La sintesi attuale unisce ampiezza compositiva, articolazione di forme, intensa forza cromatica e una forte propensione verso le dimensioni del sogno, della visione, della favola e del simbolo, che hanno finito per prevalere sull’iniziale propensione realistica.
Willy Beck
La verità è prerogativa di Luigi D’Amato. Non può esserci finzione, ambiguità, castrazione mentale e falsità nel rapporto pittore-cavalletto. Il pittore campano ha capito già alle sue prime esperienze artistiche che l’arte ha bisogno di coraggio e di verità e non si è tirato indietro. Ha riempito le sue tele di freschezza e di gioia di vivere, a volte anche di malinconia, ma il tutto rappresenta un messaggio positivo che, nel grigiore del banale e dello scontato della vita di oggi, è quello che serve, può servire, perché per ognuno, anche in inverno, sbocci un fiore.
Raffaele Burgo
Luigi D’Amato alimenta col colore la sostanza formale, vale a dire le linee dominanti dell’immagine: colore di spontanea fusione, fermo, quasi incisorio, timbrico e nello stesso tempo tonale, significativo nella semplicità dei suoi esiti stilistici.
Antonio Oberti
Luigi D’Amato, attraverso le sue opere pittoriche, propone emozioni di fenomenologia sociale, con allusioni alla condizione umana e alla considerazione della natura nella problematica attuale.
Michelangelo Mazzeo
Dal 1969 vive a Grugliasco (TO), dove nello stesso anno conosce il maestro Mario Crespi. Ne frequenta lo studio per cinque anni, per poi raffinare il proprio stile seguendo gli insegnamenti di Guido Bertello alla fine degli anni Settanta.
Nel 1989 ha fondato l’associazione culturale “D’Amato” che ha visto coinvolti 250 pittori fino al 1997, impegnandosi anche nei campi della musica, della poesia, oltre che della pittura. Attualmente dirige una scuola d’arte ad Agropoli (SA), dove si reca ogni estate per dedicarsi ad insegnare agli allievi che lo attendono con piacere e impazienza.
Dal 2008 fa parte del gruppo SolidarietArte, all’interno dell’Associazione Gru Club AdB, impegnata a promuovere la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, anche con mostre di pittura e manifestazioni culturali.
Numerosi sono i suoi lavori allocati presso enti, sedi istituzionali, collezioni pubbliche e private.
Testimonianze critiche sulla sua arte
D’Amato è artista e maestro di pittura di lunga esperienza e riconosciuto valore. La sintesi attuale unisce ampiezza compositiva, articolazione di forme, intensa forza cromatica e una forte propensione verso le dimensioni del sogno, della visione, della favola e del simbolo, che hanno finito per prevalere sull’iniziale propensione realistica.
Willy Beck
La verità è prerogativa di Luigi D’Amato. Non può esserci finzione, ambiguità, castrazione mentale e falsità nel rapporto pittore-cavalletto. Il pittore campano ha capito già alle sue prime esperienze artistiche che l’arte ha bisogno di coraggio e di verità e non si è tirato indietro. Ha riempito le sue tele di freschezza e di gioia di vivere, a volte anche di malinconia, ma il tutto rappresenta un messaggio positivo che, nel grigiore del banale e dello scontato della vita di oggi, è quello che serve, può servire, perché per ognuno, anche in inverno, sbocci un fiore.
Raffaele Burgo
Luigi D’Amato alimenta col colore la sostanza formale, vale a dire le linee dominanti dell’immagine: colore di spontanea fusione, fermo, quasi incisorio, timbrico e nello stesso tempo tonale, significativo nella semplicità dei suoi esiti stilistici.
Antonio Oberti
Luigi D’Amato, attraverso le sue opere pittoriche, propone emozioni di fenomenologia sociale, con allusioni alla condizione umana e alla considerazione della natura nella problematica attuale.
Michelangelo Mazzeo
Recensioni & Poetiche
RECENSIONI & POETICHE
Recensione
Risultanze contenutistiche dalla natura molteplice si rinvengono ogniqualvolta si abbia la possibilità di osservare le tele di Luigi D’Amato: in esse il dato oggettivo raffigurato diviene lo spunto di messaggi dalla più profonda valenza significativa.
Se al colore è deputata una sorta di mission percettiva, è al segno che D’Amato, attraverso un analitico procedimento fatto di linee spezzate modulate da fasci di luce, conferisce quella che può essere definita come la precipua caratura stilistica. La scomposizione delle forme, figlia di un profondo e mai interrotto lavoro di ricerca rappresentativa, attribuisce ai suoi lavori quel marchio di unicità che ne rendono le opere immediatamente riconoscibili all’interno dell’affollato (e spesso sterile) panorama artistico contemporaneo.
Animato da un’attitudine filantropica, alimentata da una fertile fantasia inventiva, egli non si preclude alcun tipo di indagine soggettistica, spaziando dalla figura umana al paesaggio, dalla composizione alle scene di genere, rilasciate con un approccio che molto deve alle sue origini, in cui la carica di mediterraneità che le contraddistingue sovrasta l’intero impianto in ogni scansione.
Le vedute di un mondo agreste oramai scomparso e da molti mai conosciuto, le maschere carnascialesche o quelle del teatro d’opera, gli indelimitabili spazi delle montagne piemontesi così come i romantici tramonti sul Golfo di Salerno, alla stregua degli aforismi visivi centrati sulle umane debolezze divengono elementi portanti di un universo riguardante tutti noi.
Istituendo un pertinente parallelismo musicale, si tratta di vere e proprie variazioni sul tema, non da intendersi come la riproposizione del medesimo soggetto sotto diversi aspetti, quanto invece come delle declinazioni tonali in cui il colore viene disposto e calibrato in campiture digradanti, artefici di un’atmosfera evocante ed avvolgente al tempo stesso. Operante su ogni tipo di superficie (da quelle dalle dimensioni più che imponenti, così come ama disimpegnarsi parimenti nelle miniature), D’Amato può essere definito come un maestro dell’arte a tutto tondo, il quale, seppur prediligendo l’olio e l’acrilico come strumenti della sua più completa comunicazione, non manca di intervenire con caleidoscopiche digressioni nel campo delle installazioni, della manipolazione del gesso, dell’utilizzo della spatola o dell’acquerello.
La fervida attitudine creativa di cui egli si alimenta da quasi cinquant’anni, non solo lo ha portato ad istituire un avvincente parallelismo fra pittura e poesia (con la scrittura di liriche destinatarie delle opere rilasciate), ma lo ha anche condotto all’istituzione di progetti, gruppi e sodalizi miranti a convogliare il proprio lavoro all’indirizzo di iniziative benefiche, dalla ricerca medica ai diritti umani, dal sostegno alle forze dell’ordine a quello nei confronti delle scuole, e dei più piccoli in particolar modo. Insignito di prestigiosi e qualificanti riconoscimenti nel corso del suo lungo ed alacre itinerario espressivo, Luigi D’Amato dimostra come il dono della creatività del quale pochi privilegiati sono destinatari, determini non solo effetti benefici su colui che lo detiene, ma che possa, nel contempo, produrre ricadute virtuose nei confronti di tutti coloro che attorno ad esso gravitano.
Se al colore è deputata una sorta di mission percettiva, è al segno che D’Amato, attraverso un analitico procedimento fatto di linee spezzate modulate da fasci di luce, conferisce quella che può essere definita come la precipua caratura stilistica. La scomposizione delle forme, figlia di un profondo e mai interrotto lavoro di ricerca rappresentativa, attribuisce ai suoi lavori quel marchio di unicità che ne rendono le opere immediatamente riconoscibili all’interno dell’affollato (e spesso sterile) panorama artistico contemporaneo.
Animato da un’attitudine filantropica, alimentata da una fertile fantasia inventiva, egli non si preclude alcun tipo di indagine soggettistica, spaziando dalla figura umana al paesaggio, dalla composizione alle scene di genere, rilasciate con un approccio che molto deve alle sue origini, in cui la carica di mediterraneità che le contraddistingue sovrasta l’intero impianto in ogni scansione.
Le vedute di un mondo agreste oramai scomparso e da molti mai conosciuto, le maschere carnascialesche o quelle del teatro d’opera, gli indelimitabili spazi delle montagne piemontesi così come i romantici tramonti sul Golfo di Salerno, alla stregua degli aforismi visivi centrati sulle umane debolezze divengono elementi portanti di un universo riguardante tutti noi.
Istituendo un pertinente parallelismo musicale, si tratta di vere e proprie variazioni sul tema, non da intendersi come la riproposizione del medesimo soggetto sotto diversi aspetti, quanto invece come delle declinazioni tonali in cui il colore viene disposto e calibrato in campiture digradanti, artefici di un’atmosfera evocante ed avvolgente al tempo stesso. Operante su ogni tipo di superficie (da quelle dalle dimensioni più che imponenti, così come ama disimpegnarsi parimenti nelle miniature), D’Amato può essere definito come un maestro dell’arte a tutto tondo, il quale, seppur prediligendo l’olio e l’acrilico come strumenti della sua più completa comunicazione, non manca di intervenire con caleidoscopiche digressioni nel campo delle installazioni, della manipolazione del gesso, dell’utilizzo della spatola o dell’acquerello.
La fervida attitudine creativa di cui egli si alimenta da quasi cinquant’anni, non solo lo ha portato ad istituire un avvincente parallelismo fra pittura e poesia (con la scrittura di liriche destinatarie delle opere rilasciate), ma lo ha anche condotto all’istituzione di progetti, gruppi e sodalizi miranti a convogliare il proprio lavoro all’indirizzo di iniziative benefiche, dalla ricerca medica ai diritti umani, dal sostegno alle forze dell’ordine a quello nei confronti delle scuole, e dei più piccoli in particolar modo. Insignito di prestigiosi e qualificanti riconoscimenti nel corso del suo lungo ed alacre itinerario espressivo, Luigi D’Amato dimostra come il dono della creatività del quale pochi privilegiati sono destinatari, determini non solo effetti benefici su colui che lo detiene, ma che possa, nel contempo, produrre ricadute virtuose nei confronti di tutti coloro che attorno ad esso gravitano.
Enzo Nasillo
Eventi
Opere esposte nei seguenti eventi
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PORTFOLIO
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